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“Tra il dire e il fare” di Settimio Benedusi

Inaugurazione
martedì 24 gennaio 2017 dalle ore 18

Installazione fotografica di Settimio Benedusi
a cura di Lorenzo Gaetani

Terzo appuntamento della potagallery, la galleria d’arte di POTAFIORI, dedicata al fotografo Settimio Benedusi. Continua così il percorso quadrimestrale nel mondo dell’arte contemporanea dove POTAFIORI non è solo vetrina ma parte integrante delle opere esposte in quanto site-specific, cioè espressamente concepite e realizzate dall’artista.

TRA IL DIRE E IL FARE

Tra il dire e il fare per alcuni c’è E IL.
Per altri solo la differenza tra pensiero e azione.
Per molti è un proverbio, e si sa che i proverbi hanno sempre ragione: ma è anche vero che, essendo di una banalità disarmante, non hanno proprio mai ragione.
Per una volta però, forse, sì: hanno ragione.
Questa volta tra il dire e il fare c’è veramente il mare.Il mio mare, il Mar Ligure, ossessionatamente da me fotografato.
Senza che ci sia nulla nell’inquadratura che non sia solo ed unicamente mare.
Mare, mare, mare.
Prova a ripetere con me.
Mare Mare Mare.
Ancora.
Vedrai che questa parola diventerà come le mie fotografie: qualcosa d’altro…
Qualcosa di misterioso.
Qualcosa che non è più la realtà.
Qualcosa dove naufragare.
Tra il dire e il fare c’è il Mare.

SETTIMIO BENEDUSI

Mio nonno paterno si chiamava come me, era tipografo ma nel tempo libero faceva l’attore comico in una compagnia teatrale.
Mia nonna paterna gestiva con piglio dittatoriale la cartoleria del paese.
Mio nonno materno era pasticciere, ed esportò la sua arte culinaria in America, dove emigrò da giovane.
Mia nonna materna morì giovanissima, e purtroppo so molto poco di lei.
Mio papà faceva il tipografo, ma anche il vino e amava andare in barca a vela.
Mia mamma faceva la maestra elementare, adesso ha 90 anni e legge tutti i giorni il giornale e un libro alla settimana.
Mia moglie disegna e crea meravigliosi cappelli artigianali.
Mio figlio si è laureato in matematica e fisica e adesso fa il ricercatore per l’università di Lugano.
Io faccio il fotografo perché mi piace raccontare storie con la macchina fotografica, lo faccio da quando avevo 12 anni.
Ho una sola piccola certezza: noi siamo la nostra storia.